Piccola lettera inaugurale

Cosa dire di “Maestria del sereno”? Le poesie , ovviamente, dicono già tutto, e quindi nulla resta all' autore da dire: meglio scriverle che scriverne, e meglio leggerle che non abbandonarsi allo sterile bisogno di circumnavigarle o di decodificarne le istruzioni per l'uso.

Come dice, benissimo, il poeta portoghese Nuno Judice, “l' abitare poetico” del mondo è una possibilità reale, anche nelle circostanze “prosaiche” del quotidiano. La poesia è, allora, il segno di una differenza che deve incidere sul reale”.

Questo potrebbe già bastare per situare questa silloge, ammesso che vi sia il bisogno di farlo.
Chi ha seguito il mio itinerario in questi quarant'anni di poesia conosce la mia vena lirica e di “impegno civile”: qui, forse, la lirica diventa più elegiaca e  e l'impegno civile sfocia qualche volta nella satira e nel sarcasmo, o in una riflessione interna al fatto stesso di scrivere, di percorrere ancora una strada di senso e (perdonate l' autocitazione) di “ribellione alla cenere”.

So che in questa silloge troverete pane per i vostri denti: il “pane della parola”, come diceva bene Alessandro Manzoni; la parola che per essere ancora nutriente non dev'essere asservita a nulla se non alla volontà (che tanto banale sembra, ma resta inequivocabile) di relativizzare e nel contempo magnificare quest' esistenza fatta soprattutto di quotidiane cure e di sempre rinnovata meraviglia.

Se poi avvertirete qualche accenno alla pandemia, sento la necessità di dirvi che le pestilenze di cui parlo in questi miei nuovi versi si pongono ben al di là della situazione contingente, andando ad interrogare una società che ritengo infetta almeno a decorrere dagli Anni '80 dello scorso secolo e millennio. Dico questo per chiarezza e perché l' attuale piaga è già stata troppo cavalcata da chi ne ha voluto trarre opere spesso strumentali e di scarsa qualità, troppo legate ad un “cronachismo” passatista o al marketing dello sciacallaggio.

“Maestria del sereno” ha comportato otto anni di lavoro che sono felice di veder realizzato: spero che leggendolo possiate, come fate sempre così bene, accrescerlo.

Del resto la poesia è un boomerang che va afferrato al volo. 

Bedano, 9 marzo 2021